Amianto o asbesto, due sinonimi che però nella loro etimologia racchiudono pregi e difetti, il motivo per il quale è stato largamente diffuso e il motivo della sua pericolosità. Amianto infatti, deriva dal greco e significa “incorruttibile” mentre asbesto significa “perpetuo”, “inestinguibile”. Questi aspetti, apparentemente positivi, legati al suo caratteristico aspetto fibroso lo rende un materiale potenzialmente mortale.

Ma come si presenta l’amianto in natura? L’amianto si trova unito ad altri minerali e insieme costituisco la “roccia madre”. Perciò per ottenere le famose fibre viene estratta dalla miniera la roccia madre e successivamente, procedendo per frantumazione, estratte le fibre e poi lavorate.

Andando nello specifico, l’amianto si divide in due tipologie appartenenti a serie diverse:

  • Anfiboli: silicato di magnesio, calcio e ferro e le specie più diffuse sono la Crocidolite e l’Amosite;
  • Serpentino: silicato idrato di magnesio chiamato Crisotilo o Amianto Bianco.

Entrambe le tipologie presentano le stesse caratteristiche: fibrosi e facilmente inalabili, scarsamente degradabili, molto resistenti sia ad alte temperature sia a quelle basse, molto leggeri e inodori. L’unica differenza tra le due tipologie sta nella capacità di frammentarsi sia trasversalmente che longitudinalmente dell’amianto di serpentino rispetto a quello di anfiboli.

È importante infine precisare che ad accentuare la pericolosità di questo minerale contribuisce di gran lunga l’uso che se ne fa e le numerose sollecitazioni meccaniche, il degrado dovuto dal tempo, il cattivo smaltimento e l’esposizione ad alcuni agenti esterni (nonostante la sua incredibile resistenza). La sua pericolosità è ormai accertata, proprio per questo nel nostro paese l’uso dell’amianto è stato vietato già nel 1992 ma alcuni paesi del mondo, anche i più sviluppati, ancora non hanno una legge che ne vieta l’utilizzo o l’estrazione.

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